venerdì 19 Aprile 2024
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I Consigli che gli altri non danno. Primi Passi “controcorrente”.. 2020

Siamo nel 2020, molte cose sono oramai cambiate nel panorama Raspberri Pi. L’arrivo del Raspberry Pi 4 ha segnato l’inizio di una nuova generazione di Raspberry, abbattendo i limiti hardware dei modelli precedenti e inaugurando una nuova stirpe. Con il Pi 4 tantissimi nuovi utenti hanno deciso di buttarsi in questa avventura fatta di Lamponi e tecnologia, e allora è arrivato il momento di aggiornate la nostra raccolta di consigli “particolari”

Uguali o diversi?

Perché su Raspberryitaly siamo diversi? Perché siamo animati dalla passione, e cerchiamo di condividere le nostre esperienze.
Può sembrare una banalità, ma non è sempre così scontata.

Dietro ogni guida, ci sono cose che non tutti riescono a immaginare: settimane, spesso mesi, di prove, di consulti, di studio. Non ci limitiamo a cercare qualche paginetta in rete e prenderne i concetti, proviamo e riproviamo, fino a trovare la soluzione più semplice e appagante per l’utente finale. Sapeste quante guide non vedono mai la luce, o restano in bozza per mesi/anni!
Una guida dovrebbe essere il riassunto della migliore pratica, che sia per esperienza personale diretta o per esperienza della Community, magari elencando le soluzioni emerse da una discussione di mesi nel forum.
Con questa premessa, a volte ci fanno notare che quello che consigliamo è in disaccordo con quello che normalmente viene proposto sul web. Succede perché l’informatica è in continua evoluzione, e a noi la pappa pronta non piace, preferiamo cucinare da noi, fino a ottenere un piatto casalingo, certo, ma genuino. E magari si scopre che la torta fatta in casa a è più buona di quella della pasticceria del paese.
Raccolgo qui, quindi, quelli che sono i nostri consigli, che spesso sono differenti da quelli trovati in rete. Spesso si tratta solo di riuscire a cambiare mentalità, chi ha conosciuto i computer con i computer desktop faticherà all’inizio a sradicare alcuni concetti, mentre chi ha cominciato con i primi pioneristici home computer potrebbe riscoprire antichi approcci…
Come detto poco su, tutto può cambiare da un giorno all’altro, se in disaccordo con i consigli, ditecelo nel forum legato a questa guida, sempre disponibili a rimettersi in discussione!

I Consigli Che Gli Altri Non Danno:

Che distribuzione installo? Parliamone!

Distribuzione Desktop

Sempre più spesso dei nuovi utenti mi chiedono consigli dopo aver installato Ubuntu Mate o altre distribuzioni desktop più esoteriche su Raspberry, lamentandosi della scarsa ottimizzazione. Ragazzi, su Raspberry Pi, desktop vuol dire Raspbian con Pixel. Non potrà mai esserci una distribuzione più adatta a Raspberry di questa. Raspbian è curata e mantenuta direttamente dalla Fondazione Raspberry Pi, comprende una selezione di software che sono il giusto compromesso di usabilità e uso delle risorse per Raspberry Pi, spesso in versioni speciali modificate appositamente per l’hardware del Raspberry (ad esempio Chromium o VLC). Tutte le altre distribuzioni desktop, sono meno ottimizzate, e richiedono perlomeno un tuning esperto per usarle senza intoppi. Se esperti non siete, evitatele.

L’arrivo del Raspberry Pi 4 in configurazione anche di 2 o 4 Gb di RAM ha dato l’ultimo passo a Raspberry Pi per renderlo adatto all’ uso desktop: una CPU potente, e un decente quantitativo di RAM. Oggi un Pi4 si può usare come sostituto del pc, fermo restando le differenze di sistema operativo. Una vera rivoluzione, rispetto al passato.

Questo però non vi faccia commettere un errore: Raspberry Pi non è “solo” un computer come tutti gli altri. Cercate di andare oltre, di capire perché Raspberry è più adatto a fare da piccolo server, o essere il tramite con cui approcciare il phisical computing o la IA o l’ IoT. Perché con un PC desktop, queste cose, non le fate.

Distribuzioni Specifiche

Uso mediacenter? Chiosco interattivo? Server? automazione/domotica? Tutto insieme? Moltissimi installano Raspbian e poi, pian piano, approfondendo la conoscenza di questo mondo e lo sviluppo dei loro progetti, scoprono che non usano più nemmeno l’interfaccia a finestre.. gradevole e moderna, ma che spesso il terminale ben usato soppianta molto bene e in modo più spiccio. Se per ogni compito specifico c’è una distribuzione più adatta, c’è un motivo, e il motivo è sempre quello sfruttare al massimo le risorse del nostro Lampone, che non dimentichiamo che, se costa almeno 10 volte meno di un comune PC, non può (per forza di cose) essere usato allo stesso modo (un solo OS per fare tutto).

Al momento il Pi 4 non è ancora compatibile con alcune delle distribuzioni specifiche più consigliabili, il che costringe a scelte di ripiego, che, a volte, offrono una esperienza meno piacevole.

Distribuzioni Esotiche

No, ANDROID non va bene per Raspberry Pi!

No, WINDOWS 10 e i programmi per pc Windows non girano su Raspberry Pi!

Giusto per chiarire le cose. Con le dovute eccezioni e eventuali stravolgimenti futuri, Se avete preso Raspberry Pi per installarci Android o Windows avete sbagliato hardware. Ma provate, cambiando punto di vista, a concentratevi su quel che volete ottenere da un dispositivo, piuttosto che su come ottenerlo, e scoprirete che si può fare (magari meglio) in modi diversi da quelli che avevate in mente e che credevate gli unici possibili. Linux magari offre le stesse possibilità con programmi e sistemi completamente differenti a quelli a cui siete abitati e che, inconsciamente, cercate di riprodurre ossessivamente.

Come installo la distribuzione? Io consiglio NOOBS

(spesso si consiglia di scaricare l’immagine della distribuzione) Chi arriva a Raspberry Pi, nella maggior parte dei casi si trova al suo primo sistema Linux, magari non ha mai utilizzato le immagini disco, è tutto nuovo, e, ovviamente, sarà spaesato. Con NOOBS scarichi uno zip sul pc, lo scompatti sulla SD, la metti nel Raspberry Pi e poi fai tutto da lì. Vantaggi? scarichi e installi in automatico l’ ultima versione disponibile e la versione adatta al tuo modello Raspberry della distribuzione che hai scelto. Se ne scegli più di una, vengono impostate correttamente le partizioni, il multiboot. Hai una partizione di Recovery da cui ripartire se va male qualcosa e visibile da Windows. Svantaggi? La partizione di Recovery ruba qualche decina di Mb di spazio sulla SD, ma è veramente un problema?

Che mediacenter installo?

Mentre prima la risposta era univoca (OSMC!), oggi non può più esserlo: Raspberry Pi 4 non è ancora compatibile con OSMC. Tocca ripiegare, per ora, su LibreElec. Con la raccomandazione di passare a OSMC non appena sarà aggiornato per il nuovo hardware (nonostante io tifi spudoratamente per OSMC, oramai le due distribuzioni sono molto molto simili, comunque).

Che emulatori installo?

Anche qui, la risposta RETROPIE! non può più essere univoca, in quanto anche in questo caso si è in attesa di supporto ufficiale per l’hardware del Raspberry Pi 4. Nel frattempo si può ripiegare su Lakka, derivato da LibreElec, installabile tramite NOOBS.

Quale modello di Raspberry Pi scelgo?

(Consigliare il modello più potente è sempre la scelta migliore?) No, non lo è.  Ancora con convinzioni figlie dell’ ambiente PC: “la mia CPU ha più Ghz della tua”, “Più potente è, meglio è”…
Anche questa è una delle domande che più si leggono nell’ambiente. In realtà non è una scelta poi così complicata: possiamo dire che in pratica la scelta è tra: Raspberry Pi Zero o Raspberry Pi 3B+, o Raspberry Pi 4.
Il primo è più piccolo, più economico, ma naturalmente meno potente. Questo però gli consente di consumare pochissimo e lo rende particolarmente adatto per le implementazioni a batteria o portatili o indossabili..
Il Raspberry Pi 4 è il modello di riferimento, il più potente Raspberry che possiate comprare, ma consuma certamente più di tutti i modelli precedenti (che non significa che vedrete la differenza sulla bolletta elettrica: si parla di una manciata di euro di consumo annuo 24h/24h; significa invece che se dovete alimentarlo a batteria o con piccoli pannelli fotovoltaici, la differenza è rilevante), ma è ancora un modello relativamente “giovane”: il firmware è tuttora in sviluppo e nuove funzionalità vengono aggiunte man mano, ancora non tutte le distribuzioni software sono disponibili per questo nuovo modello.

Bisogna raffreddare Raspberry Pi 4 con una ventola?

NO! So che ovunque in rete avete letto il contrario, ma non qui. Sarà un caso? Noi non ci siamo limitati all’unboxing del nuovo modello e a far girare i benchmark appena tolto dalla scatola, abbiamo preso del tempo per l’uso reale, capito che il firmware di lancio è così buggato che fa scaldare la CPU più del dovuto, che va invece aggiornato, che i benchmark al 100% della CPU e GPU lasciano il tempo che trovano, vista la differenza prestazionale con i precedenti modelli. A parità di lavoro, la CPU è impegnata quattro volte meno rispetto a un Raspberry Pi 3B+, si scalda quindi più lentamente, ed è più veloce a portare a termine il lavoro, quindi in realtà è abbastanza difficile arrivare ai limiti di temperatura nell’uso normale. Più difficile che con i modelli precedenti. vedi i numeri 89 e 90 della rivista ufficiale The MagPi per test in merito al calore prodotto. Qui in italiano:

Numero 89 di The MagPi in Italiano

Numero 90 di The MagPi in Italiano

Esistono Raspberry Pi non originali?

(Qualcuno è convinto che ci siano in giro Raspberry Pi copiati,  e chiede come riconoscere gli originali) Strana convinzione comune, è che ci siano in vendita modelli identici ai Raspberry Pi originali, ma “copiati” e non originali: letteralmente contraffatti con tanto di lampone riprodotto. Beh, non è così. Raspberry Pi 4 è realizzato da grandi colossi dell’ elettronica su licenza della Fondazione Raspberry Pi, e alcuni esemplari oggi sono prodotti anche in Cina. Questo forse ha fatto nascere il falso mito dei “Raspberry Pi non originali copiati dai cinesi”, come più o meno capita con Arduino (che invece è open hardware e quini chiunque lo può realizzare). Niente di tutto questo, i Raspberry riportano i marchi di RS Components, Farnell, Allied Electronics, Element 14, e le indicazioni della licenza dalla Fondazione.
La Fondazione Raspberry Pi è un ente di beneficenza, non una multinazionale che punta al profitto. Nemmeno i cinesi sono riusciti a produrlo a un costo inferiore. Naturalmente ci hanno provato, e hanno realizzato macchine simili, ma certo diverse, come gli Orange Pi, Banana Pi, ecc e le varie schede che puntano a battere il Raspberry Pi in potenza (UDoo, ODroid, Pine64 ecc), ma in tutti questi casi, parliamo di prodotti differenti, non di Raspberry Pi non originali. Puoi contraffare una borsa di Gucci, che costa 14 euro tra materiale e mano d’opera, ma viene venduta a 1400 per il marchio, non puoi contraffare un Raspberry Pi che viene realizzato con lo scopo di avere il prezzo di vendita il più basso possibile.
Per quanto riguarda Raspberry Pi Zero, invece, visto il prezzo davvero risicato (ricordo che si parte da 5$) questi grossi produttori non erano interessati, vista la fetta assai piccola del loro guadagno. Così lo produce direttamente la Fondazione Raspberry Pi in Galles, negli stabilimenti della Sony. Con tutte le difficoltà del caso (non ha disponibilità totale dell’impianto, che normalmente produce i prodotti Sony; La Fondazione è un ente benefico e non un colosso di produzione elettronica), che limitano la produzione, e hanno causato il limite di acquisto a 1 pezzo per ordine.

Quale Monitor?

(TV, TV analogica, Monitor HDMI, Monitor VGA, Monitor DVI, LCD su GPIO, Monitor ufficiale Raspberry Pi). Queste sono le tipologie di display (e abbiamo tralasciato i vari display LCD/OLED/matrice di LED) che si possono collegare con successo a Raspberry Pi. Anche a questa domanda la risposta è sempre la stessa: dipende dall’utilizzo che si vuole farne. Ma vediamole più in dettaglio:

  • – le soluzioni HDMI sono praticamente indolori
  • – quelle VGA o DVI richiedono adattatori, e la situazione è già più delicata, siccome questo tipo di conversione non è così semplice, non tutti funzionano su Raspberry Pi. Essendo che la catena monitor-cavo-adattatore ha 3 variabili, non è detto che l’adattatore che funziona a un vostro amico con Raspberry Pi, funzioni anche a voi che avete un cavo e un monitor diversi dai suoi.
  • – quelle su GPIO sono le più complicate: occorre un driver, e su Linux i driver non si installano lanciando un comando; devono essere inseriti nel kernel. Questo comporta anche la ricompilazione del kernel, che andrà ripetuta ogni volta che viene aggiornato. Non proprio alla portata dell’utente non esperto. Per ovviare, solitamente i produttori offrono immagini di una o più distribuzioni già modificate con il loro driver inserito nel kernel, ma spesso non le mantengono aggiornate e, soprattutto, si limitano a Raspbian o magari Retropie, difficile trovare altre distribuzioni.
  • – Il display ufficiale è la scelta più immediata: usa la porta dedicata sul Raspberry, i driver sono già inclusi in Raspbian e nelle distribuzioni più diffuse.

Ci gira Netflix, Sky, Mediaset Premium, Amazon Prime, DAZN?

(Spesso nemmeno ci si pone la domanda, si dà per scontato che sia così) Ma così, non è. E spesso si dà per scontato che sia normale accedere a contenuti video criptati utilizzando un browser, che gira su una interfaccia basata a finestre. Perché? Ci servono le finestre per vedere Netflix? Ci serve un browser (letteralmente “colui che naviga”) per seguire dei programmi TV? In realtà no, ci serve accedere al flusso video, e dimostrare di avere i diritti di visione. Tutto il resto, è superfluo per visionare questi contenuti. Ma queste piattaforme video necessitano di proteggere i loro contenuti, e lo fanno tramite i DRM, e i DRM non vanno molto d’accordo con l’Open Source. Perché funzionino occorre una completa implementazione dei DRM, dal sistema operativo o perlomeno dal browser. Su Raspberry Pi non esistono browser non open source, quindi nessuno che abbia il supporto DRM integrato. L’arrivo di Kodi 18.x , per fortuna, ha introdotto un supporto ai DRM, e grazie a widewine, preo in prestito da ChromeOS, oggi esistono add-on per Kodi che consentono la visione di Amazon Prime Video e Netflix (contenuti protetti da DRM) senza dover passare per un desktop e un browser (come invece fanno su un pc Windows). Naturalmente occorre inserire le credenziali del proprio abbonamento per accedere ai contenuti. Vedi la discussione dedicata sul forum.

Come lo comando da remoto? Anche qui, vediamo

(tutti consigliano VNC + SSH) Il mediacenter lo comanderò con il telecomando o apposite app, i server via Samba, FTP, interfacce web, app specifiche. Spesso VNC è più scenico che utile e SSH è invece indispensabile e utile in qualsiasi utilizzo, con compiti dal solo accesso di servizio al controllo completo. Anzi, via SSH, volendo si può utilizzare il desktop remoto via X11 Forwarding senza bisogno di installare VNC o simili. Vedi la guida.

Putty? MobaXterm!

Tutta la rete, più o meno, consiglia di usare Putty, su Windows, per le connessioni SSH e seriali. Una tristezza assoluta come solo un programma Windows di decine di anni fa può essere. Io consiglio invece MobaXterm, molto più semplice per chi è poco pratico (si ricorda ip e utente, SFTP grafico integrato per copiare facilmente i file sul Raspberry) e anche per chi è più pratico (Server X11, remote desktop, supporto Mosh, ecc..)
è portabile e disponibile in versione gratuita.

Quale Webserver? NginX!

(gli altri consigliano Apache) Apache è senza dubbio un webserver molto usato, ma su Raspberry, al solito, è meglio stare i più leggeri possibile. NginX si rileva quindi la scelta migliore… Secondo noi. Poi ovviamente i modelli più recenti gestiscono molto bene anche Apache.

Quale libreria per comandare il GPIO? GPIO Zero!

(gli altri consigliano WiringPi o Rpi.GPIO) Una delle prime cose che si chiede chi si avvicina al Raspberry Pi e alla sua programmazione è “come faccio a comandare i pin del GPIO?”. Allora fa un giro in rete, e ne esce con il mal di testa. Molte librerie, numerazioni diverse, necessità di accedervi come Super User, sintassi non intuitiva. Da un po’ di tempo, esiste la soluzione, pure preinstallata in Raspbian: GPIO Zero. A dispetto del nome, non serve solo per Raspberry Pi Zero. lo “Zero”, in questo caso, significa “Zero fronzoli, zero complicazioni inutili”. Ed è proprio così. Chi impara ora DEVE imparare a usare GPIO Zero, si risparmierà molti grattacapi! Purtroppo le altre guide in rete sono poco più che copia e incolla o adattamenti dei soliti vecchi esempi dati dalla Fondazione o dal produttore dell’ hardware di turno.

Quale browser web? Chromium! (O magari… Ephifany)

La versione di Chromium (versione open di Chrome) preinstallata in Raspbian è stata modificata per utilizzare l’accelerazione hardware della GPU di Raspberry Pi per lo scrolling e per accelerare la riproduzione di contenuti video. Iceweazel (versione open di Firefox), no. Nonostante questo, Chromium rimane comunque molto pesante e tranne applicazioni particolari (chioschi molto essenziali), è da ritenersi usabile solo sul Raspberry Pi 3 e 4. I modelli Raspberry Pi precedenti dovrebbero ripiegare su Ephifany (il precedente browser ufficiale, più leggero d iquesti colossi, pur mantenendo un certo supporto all’accelerazione hardware della GPU di Raspberry).

Con cosa riproduco un file multimediale?

VLC: finalmente è stato adattato dalla fondazione per sfruttare un poco l’hardware di Raspberry Pi, e può essere il riproduttore multi uso da desktop per Raspberry

OmxPlayer: decisamente il veterano (è solo a riga di comando, sebbene si possano aggiungere interfacce grafiche di terze parti), è forse ancora quello da battere come prestazioni pure. Molto comodo per l’utilizzo anche all’ interno di script e programmi

Kodi: Più che un player è un mediacenter completo, può usare internamente omxplayer per riprodurre i media, supporta quindi anche lui l’accelerazione hardware della GPU. gli innumerevoli add-on permettono di riprodurre qualsiasi contenuto in rete e non, e possono addirittura trasformarlo in qualcos’altro (lanciare giochi, operazioni sui file, comunicare con device fisici più disparati, ecc)

Come faccio a avere aiuto sull’uso di Raspberry Pi?

Qui la risposta, sarà di parte. Ma analizziamo le opzioni:

Libri: soluzione molto pratica, ma che ha la brutta tendenza a diventare obsoleta alla velocità della luce. Esistono comunque pubblicazioni periodiche che riescono a tenerti aggiornato senza invecchiare troppo (come la rivista ufficiale Raspberry Pi The MagPi, che su RaspberryItaly trovi tradotta in italiano), che offrono le versioni in pdf gratuite (rivista o lbri) e la versione cartacea a pagamento.

Community: entrare a far parte di una Community online è il metodo ideale per scambiare idee, esperienze, progetti e farsi ispirare da quelli altrui. la loro forma “on-line” fa in modo di essere sempre al passo con le rapide evoluzioni di questo mondo. Meglio appoggiarsi a un portale ben strutturato, piuttosto che cercare rapidamente risposta nei social: gli argomenti possono essere complessi e affascinanti e la forma veloce e la mancanza di una struttura storicizzata tipica dei social, mal si adatta a gestire argomenti “seri” e approfonditi. Molto meglio un forum: ( se avete dimestichezza con l’inglese, il forum ufficiale di Raspberry Pi va benissimo, ma se preferite interfacciarvi con gli utenti italiani, scoprire persone vicino a voi con la stessa passione, allora il nostro piccolo mondo (di noi tutti) RaspberryItaly.com con il suo forum.raspberryitaly.com è il posto ideale.

Link alla discussione sul forum, relativa ai consigli qui inseriti, o utile per suggerirne altri.

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A proposito di Zzed

Appassionato di informatica alternativa, ma perenne novellino di Linux..

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